Stamattina presso il Teatro dell’Opera Don Guanella di Miano-Scampia, in presenza di un pubblico concentrato e partecipe, si è svolto un intenso convegno sul tema “Terra dei fuochi Terra di nessuno”, organizzato dall’Associazione di Legalità Ultimi, fondata dal sacerdote guanelliano Don Aniello Manganiello, con il patrocinio della sezione regionale Campania dell’AIIG – Associazione Italiana Insegnanti di Geografia. Il convegno è partito dalla constatazione dell’assordante silenzio caduto da diversi anni su un problema fondamentale di alcuni dei più importanti territori della Campania, che si riverbera sulla qualità e speranza di vita delle collettività che li popolano.
Ai saluti introduttivi del giornalista Andrea Manzi, Presidente di Ultimi, e del Dott. Filomeno Caruso, componente del Comitato direttivo dell’Associazione, hanno fatto seguito gli interventi di elevato spessore e consolidata competenza dei relatori invitati, coordinati dalla prof.ssa Silvia Siniscalchi del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno.
Ad aprire è stato Giovanni Romano, libero ricercatore e già assessore all’Ambiente della Regione Campania, che ha riassunto con grande efficacia i punti nodali della questione, dal punto di vista storico, normativo e ambientale, evidenziando come la Terra dei fuochi – denominazione indicante una realtà legata non più solo alla Campania ma a tutte le regioni d’Italia – sia un problema complesso, sia per la difficoltà di comunicazione tra istituzioni, collettività e associazioni territoriali, sia per le leggi nazionali che prevedono la messa in carico delle bonifiche agli stessi autori degli atti di inquinamento territoriale.
La problematica è stata quindi ripresa da Antonello Barretta, direttore generale del ciclo integrato delle acque e dei rifiuti e delle autorizzazioni ambientali della Regione Campania, che con estrema chiarezza ha spiegato il carattere integrale e sistemico dell’azione di bonifica, non riducibile a singoli interventi sulle aree contaminate, data la loro contiguità e interrelazione, e ha preannunciato l’imminente apertura a Carditello dell’UCA (Ufficio Coordinamento Ambientale), con cui la Regione Campania intende rilanciare e coordinare tutte le attività di monitoraggio e intervento nei territori contaminati, a partire dall’incrocio tra dati ambientali e sanitari.
Del valore simbolico di Carditello, quale testimonianza geografico-storica del ruolo prezioso svolto nei secoli dalla Campania felix (felice, ossia ferace), delimitata a nord dal vulcano spento di Roccamonfina e a sud dalla penisola Sorrentina, ha parlato subito dopo il prof. Pierluigi De Felice del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno, che, con un efficace corredo cartografico e iconografico, ha ripercorso le vicende economico-territoriali dell’area, evidenziandone le vocazioni agricole, supportate dai Borbone, e i legami profondi con le famiglie contadine di un tempo, scomparse con l’avanzare del cemento e di una visione sempre più funzionale, alienata e disumana del territorio.
Lo scollamento tra collettività e luoghi è stato rimarcato anche dal prof. Giacomo Benassai, associato di Chirurgia generale presso l’Università degli studi Federico II di Napoli, che ha parlato del follow-oncologico, evidenziando le contraddizioni di un sistema sanitario che in Campania, nonché nel Mezzogiorno in generale, non riesce a garantire adeguate tempistiche per la prevenzione primaria e secondaria dei tumori, tanto più indispensabile nelle zone contaminate da inquinanti pericolosi, quali quelle della “Terra dei fuochi”. A ostacolarla emergono diversi deficit, anche comunicazionali, nel rapporto fra presidi sanitari e popolazione. Gli ha fatto eco il dott. Andrea Paolillo, che ha confermato la criticità dello statu quo attuale presentando una serie di dati sulle percentuali delle polveri sottili, degli inquinanti e delle incidenze tumorali nei capoluoghi di provincia di tutta Italia, evidenziando la posizione di Napoli tra le zone con la più elevata concentrazione di malati di cancro e di patologie tumorali della tiroide, direttamente legate alle massicce dosi di radioattività presenti nelle aree contaminate dai rifiuti tossici.
Le conclusioni del convegno sono state quindi affidate a Don Aniello Manganiello, che ha evidenziato la necessità di riproporre a più riprese i temi dell’incontro, coinvolgendo le collettività locali per riaccenderne l’attenzione verso una problematica vitale per la sopravvivenza delle generazioni presenti e future della Campania Felix.